IO ME LA BEVO PERCHÉ…

Buona, sicura e sostenibile: #iomelabevo

Dal 21 marzo 2023, anche in Italia è divenuta operativa la nuova direttiva europea riguardante la qualità delle acque destinate al consumo umano (2020/2184). Un passaggio molto importante, che impegna gli stati membri – e con essi i gestori idrici – a fornire ai cittadini un’acqua potabile sempre migliore, con l’introduzione di nuovi parametri da controllare, l’implementazione di un approccio basato sull’analisi dei potenziali rischi – i cosiddetti Piani di Sicurezza dell’Acqua – il miglioramento dell’accesso all’acqua potabile e informazioni più chiare e trasparenti verso i cittadini.

Come Acque, siamo impegnati da anni a garantire alle nostre comunità acqua in quantità e qualità adeguate agli standard europei, assicurando lungo tutta la filiera idrica una risorsa buona, sicura e controllata. In altre parole, un’acqua che può essere bevuta tranquillamente.


Sulla pagina Acqua di casa tua puoi scoprire le caratteristiche della “tua” acqua: grazie alla mappa interattiva, inserendo un indirizzo o navigando liberamente, appariranno le principali componenti della risorsa erogata in quel punto, il valore e la descrizione dei parametri analizzati, l’origine dell’acqua, i trattamenti a cui è sottoposta e la frequenza dei controlli di qualità.


Bere l’acqua di rubinetto è una scelta “giusta” anche dal punto di vista ambientale, perché aiuta a ridurre il consumo della plastica usa-e-getta e l’inquinamento. Inoltre, è una soluzione decisamente economica rispetto a quella in bottiglia.

Insomma: bere acqua di rubinetto non può essere più un tabù (peraltro, molto italiano). Non è certamente non è un obbligo, ma una scelta possibile. Vogliamo far sapere ai nostri cittadini che, qualora vogliano farlo, troveranno sempre un’acqua potabile, sicura e controllata, a chilometro zero, che rappresenta un‘alternativa sostenibile per noi e per il Pianeta. Per questo, abbiamo formulato le contro-risposte più comuni a tutte quelle affermazioni che spesso ci tengono lontano dal consumo dell’acqua di rubinetto. Scommettiamo che, dopo averle lette, la risposta più logica alla domanda “Perché non bere acqua di rubinetto?” sarà… “Perché no?”

ME LA BEVO PERCHÉ…

Sfatiamo i luoghi comuni sull’acqua di rubinetto

“Non mi fido”

E invece dovresti, perché l’acqua di rubinetto è sicura e controllata. Questo grazie all’attività quotidiana del nostro laboratorio, ma anche ai controlli delle aziende sanitarie locali. Le analisi rispondono a stringenti normative italiane e europee. Non sono mai state emesse ordinanze di limitazione di uso dell’acqua per non potabilità.

“Non viene controllata regolarmente”

Più che “regolarmente”, la controlliamo ogni giorno. In un anno arriviamo a oltre 10mila analisi e quasi 350mila parametri. Le nostre analisi sull’acqua di rubinetto riguardano tutta la filiera idropotabile, e il tasso di conformità per l’acqua potabile è prossimo al 100%. Non solo: nelle scuole del progetto Acqua Buona garantiamo controlli aggiuntivi all’interno delle mense scolastiche.

“Non so cosa c’è dentro”

Ma puoi facilmente scoprirlo! L’acqua di rubinetto non è solo sicura e controllata, ma anche… trasparente. Nella sezione Acqua di casa tua puoi controllare le caratteristiche dell’acqua erogata in ogni punto dell’acquedotto (ad esempio nella via in cui abiti) con i risultati delle analisi e la descrizione delle caratteristiche della risorsa.

“Non so da dove viene”

È presto detto: la nostra è un’acqua a “chilometro zero”, poiché proviene dalle falde e dalle sorgenti del territorio. Alcune volte deve compiere un percorso di diversi chilometri di acquedotto prima di arrivare a casa, ma è un tragitto comunque più breve, più controllato e più sostenibile rispetto all’acqua in bottiglia trasportata su gomma.

E ancora:

“Non mi piace il sapore” e “sa di cloro”

Non sempre “buon sapore” e “sicurezza” dell’acqua vanno d’accordo. Il cloro può effettivamente avere un gusto poco piacevole, ma la sua presenza è garanzia della potabilità stessa della risorsa, che prima di essere destinata al consumo umano deve essere trattata e in particolare “disinfettata”, procedimento che avviene proprio grazie all’aggiunta di cloro. Un modo per ovviare al “cattivo sapore” dell’acqua di rubinetto può essere quello di mantenere la risorsa in una caraffa per alcune ore: in questo modo la percezione di questo elemento dovrebbe ridursi notevolmente.

“Sono abituato a comprarla in bottiglia”

Allora forse è il momento di cambiare abitudine. Sempre più spesso sentiamo parlare di inquinamento record e cambiamenti climatici. Oggi è fondamentale adottare comportamenti sostenibili, che abbiano un minore impatto sull’ambiente che ci circonda. Tutti noi siamo chiamati a fare la nostra parte. Consumando acqua del rubinetto, evitiamo il ricorso a grandi quantità di plastica mono-uso e diminuiamo l’inquinamento. E poi, a tornare indietro si è sempre in tempo. Tanto vale provare

“A volte esce scura, poco limpida”

È vero: qualche volta l’acqua del rubinetto può avere un aspetto poco invitante. Ma quando accade, è perché ci sono lavori sull’acquedotto, o perché la nostra utenza è posta a un terminale di rete (dove l’acqua arriva con qualche difficoltà in più). Si tratta comunque di fenomeni temporanei che non inficiano la qualità dell’acqua. La torbidità ad esempio è un fenomeno provocato dal sollevamento di particelle di ferro e manganese, minerali naturalmente presenti nella risorsa idrica che tendono a depositarsi all’interno delle tubazioni. Per limitarne l’incidenza, effettuiamo pulizie periodiche della rete e, ove necessario, interventi puntuali al contatore. I cittadini possono chiamarci per intervenire, gratuitamente.

“Fa venire i calcoli”

In realtà, questo è un falso mito. Gran parte della risorsa distribuita dagli acquedotti del nostro territorio ha una naturale presenza di calcio e magnesio, poiché proviene prevalentemente dalla falda. Eppure dal punto di vista normativo non sono riportate indicazioni e/o limiti di riferimento specifici per questi elementi. Il motivo? Tali parametri non pregiudicano in alcun modo le caratteristiche di potabilità dell’acqua. Del resto, anche l’Istituto Superiore di Sanità ha escluso da tempo criticità per la salute umana legate alla presenza di questi elementi nell’acqua potabile.

“Non mi fido dell’impianto di casa”

Il nostro compito è quello di occuparci del buon funzionamento e della corretta manutenzione del pubblico acquedotto. Il tuo può essere quello di farlo dal punto di consegna, vale a dire dal contatore in poi. È infatti il proprietario di casa (o l’amministratore del condominio) a dover preoccuparsi di garantire il mantenimento degli standard di qualità dell’acqua che un gestore idrico ha portato sino a quel punto. Bastano pochi accorgimenti per accertarsene, come ad esempio disporre controlli e manutenzioni periodiche dell’impianto privato (o dell’autoclave, ove presente). In fondo, non è poi tanto diverso dal modo in cui ci prendiamo cura della nostra auto o degli elettrodomestici. Perché non farlo anche con l’impianto dell’acqua?

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